Animazione di corpi rappresentati, fra scienza e progetto
DOI:
https://doi.org/10.26375/disegno.1.2017.9Abstract
Molte pratiche progettuali odierne si concentrano sulla forma complessa esibendo superfici libere animate che ricalcano le altrettanto complesse geometrie e la struttura del corpo umano. Ma il design, dell’architettura, del prodotto e della moda, tende a utilizzare gli stessi strumenti e metodi di rappresentazione per costruire artefatti che richiamano la forma del corpo umano in movimento, sottoposto a continui processi di trasformazione e ibridazione in modelli 3D deformabili. Spesso il risultato finale dell’artefatto è rintracciabile nell’individuazione di un fotogramma interno alla sequenza animata che ci racconta l’intero iter progettuale fatto di modelli sottoposti a continui morphing o, come nel caso del generative design, si ricostruiscono i processi evolutivi della forma. Il paper indaga le teorie e i metodi di descrizione eidomatica del corpo, attraverso un’analisi transdisciplinare dello stato dell’arte che testimonia le ultime tendenze dell’animazione 3D, anche attraverso la documentazione di alcuni specifici casi studio a cura del proponente, per inquadrare analogie e disparità nelle pratiche progettuali che hanno come soggetto il corpo e la sua comunicazione. Rappresentare il corpo, oggi, significa porsi in relazione con l’innovazione scientifica che spesso lo dota di conviventi tecnologie integrate e, al contempo, si interroga sulla resa della sua immagine attraverso processi di trasformazione che offrono inediti e possibili scenari comunicativi.
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