Memoria dell’effimero. Verso un archivio digitale del teatro e della scena barocca italiana

Autori

  • Massimiliano Ciammaichella Dipartimento di Culture del Progetto, Università Iuav di Venezia

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.10.2022.15

Parole chiave:

teatro, scenografia, prospettiva, modellazione 3D, Venezia

Abstract

Sul finire del Cinquecento, Venezia apre i primi teatri pubblici a pagamento, ma ciò sembra presagire una storia fallimentare, a giudicare dalle entrate delle famiglie Michiel e Tron, perché il successo di un seguito interrotto per circa cinquantasette anni comincia a intravvedersi, nel 1637, con la riapertura del Teatro San Cassan che prende le distanze dal genere della commedia recitata, per abbracciare il melodramma in musica.
La cultura dello spettacolo si impone in laguna e a fine secolo la città ospita circa 15 teatri musicali, di cui, purtroppo, non rimangono tracce tangibili.
L’articolo delinea le traiettorie per la costruzione di un archivio digitale, capace di connettere un’eterogeneità di fonti utili alla ricostruzione dei teatri, delle macchine e delle scene che li hanno animati, in modelli 3D che si configurano come performativi spazi digitali di una memoria dalla quale estrapolare le dinamiche della sua attualizzazione.
In questo modo le tracce materiali e immateriali delle architetture, delle scenografie e delle macchine, che hanno caratterizzato le origini e condizionato il successivo sviluppo del teatro pubblico, diventano i paradigmi di una nuova idea della scena dello spettacolo come immagine del mondo.

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Pubblicato

2022-06-30

Come citare

[1]
M. Ciammaichella, «Memoria dell’effimero. Verso un archivio digitale del teatro e della scena barocca italiana», diségno, n. 10, pagg. 147–160, giu. 2022.

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