Rinnovare lo sguardo. Il disegno e le sue pratiche: rappresentare, comunicare, narrare

Autori

  • Elena Ippoliti

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.1.2017.16

Abstract

“Specialisti” o “pubblico”, siamo quotidianamente immersi in un mondo fatto di immagini. Una centralità delle immagini cui è corrisposto un rinnovarsi di studi, teorie e metodologie per la conoscenza derivabile e trasmissibile e, soprattutto, per le esperienze connesse ai modi e alle forme della visualizzazione. Diversamente nella disciplina del disegno che appare ripiegata su se stessa, quando invece una ventina di anni fa sembrava assodato che il disegno potesse, o dovesse, dispiegarsi su ampi territori e che le sue pratiche partecipassero alla costruzione della conoscenza secondo un sistema di specifiche modalità: euristica, ermeneutica, referenziale.
L’urgenza di ricomprendere, oggi ancor più di ieri, logico e alogico, verità ed etica, ovvero pensiero scientifico e pensiero estetico, mo- tiva le riflessioni e le esperienze proposte di seguito. Riflessioni che confido utili a delineare il contesto entro cui collocare la necessità e le possibilità del rinnovamento degli studi del disegno, delle sue teorie e metodologie, che non possono che originare dall’esercizio di pratiche concrete. In questa prospettiva vanno inquadrate le esperienze didattiche presentate, esperienze dove l’esercizio del disegno è modalità irrinunciabile per la formazione di un codice di pensiero che non può che essere visuale, anzi più propriamente figurale, perché è proprio nella sua scrittura che acquista “corpo” e “modo”.

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Pubblicato

2017-09-08

Come citare

[1]
E. Ippoliti, «Rinnovare lo sguardo. Il disegno e le sue pratiche: rappresentare, comunicare, narrare», diségno, n. 1, pagg. 143–154, set. 2017.

Fascicolo

Sezione

Le ragioni del disegno come narrazione