Modelli “bidimensionali”. Il plastico nel progetto delle facciate architettoniche
DOI:
https://doi.org/10.26375/disegno.14.2024.19Parole chiave:
modelli di facciate, prospetti, concorsi progettazione, modello ligneo, rappresentazione rinascimentaleAbstract
A partire dal XV secolo, il modello venne utilizzato per la rappresentazione delle proposte progettuali da sottoporre al committente, presentare ai concorsi, esporre alla cittadinanza per metterla al corrente delle future trasformazioni urbane. Ritroviamo dunque, accanto ai modelli di interi edifici, plastici relativi a singole porzioni oggetto del concorso, quali cupole, dettagli architettonici, facciate. La rappresentazione tramite il modello consentiva ai committenti di esprimersi dopo una lettura critica-comparativa agevolata dalla maggiore familiarità con il reale.
L’articolo contestualizza nel periodo storico e analizza gli esempi di modello di progetto di facciate architettoniche, una tipologia particolare definita nel titolo “bidimensionale” in quanto risulta negata la possibilità di mettere in relazione la rappresentazione della facciata con la spazialità interna o comunque complessiva dell’edificio, che normalmente caratterizza il plastico. Sono tuttavia certamente classificabili come modelli, sia per i materiali impiegati, sia per la tridimensionalità degli elementi di dettaglio e i conseguenti giochi di luci e ombre che è possibile percepire, sia per la modalità di fruizione che non è vincolata ad un punto di vista unico come accade nel disegno di prospetto, e pertanto consente di mostrare la soluzione d’angolo. L’analisi è portata avanti attraverso la presentazione di esempi emblematici e il confronto con i corrispondenti disegni.
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