Gli atti del Disegno: procedere e cedere pro
DOI:
https://doi.org/10.26375/disegno.13.2023.5Abstract
Procedere
Volendo prendere avvio dal significato di “pro-cedere” nell’accezione di andare innanzi, di proiettare, ma soprattutto di spostare in avanti mi piace ricorrere alla figura di Callimaco, il maestro per eccellenza della “leptótēs” (“grazia”, “sottigliezza”, “raffinatezza”, “gracilità”), che Marco Vitruvio Pollione (80-15 a.C. ca.), in riferimento al mito dell’ordine corinzio, indica come colui che dagli Ateniesi per l’eleganza e la leggiadria della sua arte di lavorare il marmo era stato chiamato “chatatēxítechnos” (“che distrugge l’arte estenuandola”) [Vitruvio, IV.10, p. 373], termine composto da “katatēkō“ (“consumo”, “distruggo”, “fondo”, “estenuo”) e “téchnē” (“arte”) e dunque esprime la tensione perfezionistica dell’artista, che perviene all’estenuazione dell’arte [Vitruvio, IV.10, p. 429]; il Disegno, al pari della tensione dell’arte di Callimaco, istituisce una processualità, secondo un rituale sintagmatico e ordinamentale, che estenua il progetto dell’architettura procedendo verso una delle numerose e possibili sue soluzioni. [continua a leggere]
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