“Macchine per pensare”. I diagrammi nel racconto del progetto

Autori

  • Maria Pia Amore Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.13.2023.7

Parole chiave:

diagramma, processo, racconto

Abstract

Nella fortunata relazione che intercorre tra architettura e comunicazione, tra progetto e narrazione, tra costruzione e immagine, una posizione indubbiamente rilevante è di certo occupata dal diagramma.
Nello slittamento della pratica progettuale contemporanea su prefigurazione di scenari ampi, aperti, differibili, indeterminati e perfettibili, l’efficacia del diagramma sembra essere proprio nella capacità di trasferire, in maniera immediata ed esaustiva, sistemi, fenomeni e concetti complessi. Questa forma di schematizzazione principalmente grafica sembra configurarsi come lo strumento più adatto a raccogliere le tensioni di un tempo che inizia a prendere le distanze dalla compiutezza formale e dalle necessità autoriali per scivolare dall’oggetto architettonico al processo progettuale.
Il diagramma viene quindi semplificato, attraverso una schematica organizzazione didascalica: se esso può prefigurare la forma di un’architettura, descriverne la funzione e/o gli usi, la relazione tra le parti, mettere in evidenza un tema, un’idea, un concept, qui ci interessa far risaltare la sua utilità nella costruzione narrativa del processo progettuale, anche ex post. Il contributo intende dunque proporre un didattico “smantellamento” del diagramma, con un’inevitabile semplificazione e riduzione della sua ricca complessità, giustificato dalla volontà di proporre non tanto una definizione di ciò che il diagramma è, ma piuttosto di come si può usare.

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Pubblicato

2023-12-31

Come citare

[1]
M. P. Amore, «“Macchine per pensare”. I diagrammi nel racconto del progetto», diségno, n. 13, pagg. 43–56, dic. 2023.