Disegno e design dei caratteri tipografici. Estetica e leggibilità

Autori

  • Daniele Colistra Dipartimento di Architettura e Territorio, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.11.2022.21

Parole chiave:

font, calligrafia, tipografia, leggibilità, disgrafia

Abstract

Fin dall’invenzione della stampa, i caratteri tipografici tendono a riprodurre i grafismi tipici di due procedimenti di scrittura legati alla manualità: il maiuscolo delle iscrizioni su pietra e il minuscolo della calligrafia umanistica. La tipografia nasce con un “peccato originale” che numerosi trattatisti si preoccupano di legittimare mediante rigorose costruzioni geometriche a supporto del progetto grafico di ogni lettera. Dal Rinascimento al Novecento l’evoluzione degli stili e delle tecniche di stampa è lenta, e perfino le avanguardie figurative hanno proceduto per piccoli passi: il design tipografico è un’arte conservatrice, preferisce emulare o perfezionare le esperienze pregresse piuttosto che innovare. Negli anni Sessanta del XX secolo la fotocomposizione smaterializza le tecniche di
incisione e fusione, inducendo alcuni designer a sperimentare forme facilmente adattabili al sistema riga-colonna. Vent’anni dopo, la rivoluzione del PostScript e la diffusione di software vettoriali basati su curve spline riavvicinano il disegno dei caratteri alla manualità.
Ibridando tradizione e sperimentazione, il font design si apre alle innumerevoli possibilità offerte dai new media.

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Pubblicato

2022-12-31

Come citare

[1]
D. Colistra, «Disegno e design dei caratteri tipografici. Estetica e leggibilità», diségno, n. 11, pagg. 199–210, dic. 2022.

Fascicolo

Sezione

Linguaggi e Dispositivi

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