Misurare l’incommensurabile. Comunicare lo spazio prospettico dipinto a chi non può vedere

Autori

  • Barbara Ansaldi Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli Federico II

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.7.2020.18

Parole chiave:

cecità, prospettiva, tattilità, comunicazione, spazi dipinti

Abstract

La sfida che il presente saggio propone è quella di rendere tangibile e conoscibile – e quindi ‘misurabile’ – lo spazio prospettico dipinto per chi sulla vista non può contare. È possibile comunicarlo e renderlo misurabile tramite registri alternativi? La risposta può venire proprio dagli strumenti della rappresentazione: lo spazio restituito mediante il procedimento inverso della prospettiva conica lineare consente di ottenere un modello fisico tridimensionale, tattilmente esplorabile. Storicamente, le architetture prospettiche sono state tradotte in linguaggio tattile ricorrendo all’uso del bassorilievo; lo studio presenta una riflessione su tale dispositivo didattico, ricorrendo alla prospettiva solida accelerata applicata allo spazio restituito per rendere tangibili le deformazioni e le convergenze dovute al metodo prospettico. Si propone, dunque, un modello didattico basato sul confronto del modello fisico dello spazio restituito con quello deformato in prospettiva solida, presentando come caso studio l’architettura prospettica del Banchetto di Erode (ca 1462-1465) di Benozzo Gozzoli. La multisensorialità è intesa in chiave inclusiva: l’apparato comunicativo-didattico basato sul coinvolgimento di sensi extra-visivi è immaginato e concepito come fruibile da un pubblico variegato, così che ogni utente possa aggiungere un plusvalore alla propria esperienza, mutando il proprio metro di giudizio rispetto all’opera pittorica e scoprendo un nuovo modo di relazionarsi a essa.

Riferimenti bibliografici

Arnheim, R. (1990). Perceptual Aspects of Art for the Blind. In The Journal of Aesthetic Education, Vol. 24, No. 3, pp. 57-65.

De Rubertis, R. (2006). Premessa. In L. Nasini, H. Isawi. Vedere con la mente. Una geometria per comprendere lo spazio senza percepirlo visivamente. Roma: Officina Edizioni.

Dewey, J. (1951). L’arte come esperienza. Firenze: La Nuova Italia.

Grassini, A. (2016). Per un’estetica della tattilità. Roma: Armando Editore.

Hatwell, Y., Streri, A., Gentaz, E. (eds.). (2003). Touching for knowing. Cognitive Psychology of haptic manual perception. Amsterdam. John Benjamins Publishers.

Hatwell, Y. (2006). Il tatto e l’accesso manuale ai beni culturali. In Museo Tattile Statale Omero (a cura di). L’arte a portata di mano, pp. 77-83. Roma: Armando Editore.

Howes, D. (2014). The Secret of Aesthetics Lies in the Conjugation of the Senses. Reimagining the Museum as a Sensory Gymnasium. In N. Levent, A. Pascual-Leone. (eds.). The Multisensory Museum: Cross-Disciplinary Perspectives on Touch, Sound, Smell, Memory, and Space, pp. 284-300. Lanham: Rowman & Littlefield Publishers.

Kennedy J.M. (1993). Drawing and the Blind: Pictures to Touch. New Haven: Yale University Press.

Kennedy J.M., Juricevic I. (2007). Esref Armagan and perspective in tactile pictures. University of Toronto. <https://www.utsc.utoronto.ca/~kennedy/2007chapter.pdf> (accessed June 6, 2020).

Mazzeo M. (2008). Alla scoperta dell’America: cecità, sinestesia e plasticità percettiva. In Atque. Materiali tra filosofia e psicoterapia, n. 5, pp. 117-130.

Mazzocut-Mis, M. (2002). Voyeurismo tattile. Un’estetica dei valori tattili e visivi. Genova: Il Nuovo Melangolo.

Nasini, L., Isawi, H. (2006). Vedere con la mente. Una geometria per comprendere lo spazio senza percepirlo visivamente. Roma: Officina Edizioni.

Pagliano, A. (a cura di). (2005). La scena svelata: architettura, prospettiva e spazio scenico. Padova: Libreria Internazionale Cortina.

Ruggeri, V. (2006). Per un’estetica dell’esperienza sensoriale tattile. Un approccio psicofisiologico. In Museo Tattile Statale Omero (a cura di). L’arte a portata di mano, pp. 45-50. Roma: Armando Editore.

Secchi, L. (2004). L’educazione estetica per l’integrazione. Roma: Carocci Faber.

Secchi, L., (2010). Le metodologie dell’esplorazione tattile. <http://www.sed.beniculturali.it/index.php?it/184/lemetodologie-dellesplorazione-tattile> (accessed June 6, 2020).

Secchi, L. (2018). Toccare con gli occhi e vedere con le mani. In G. Caliri, P. Donatiello, S. Miele (a cura di), Ocula 19 - Percorsi di gioco. Ricerca e discorso ludico per la comunità. Bologna: Associazione culturale Ocula.

Sgrosso, A. (2002). Presentazione. In A. Pagliano. Il disegno dello spazio scenico, pp. I-III. Milano: Hoepli.

Sòcrati, A. (2018). Il tatto e l’arte. Dal Novecento a oggi. In A. Grassini, A. Sòcrati, A. Trasatti. L’arte contemporanea e la scoperta dei valori della tattilità, pp. 29-74. Roma: Armando Editore.

Stewart, S. (1999). Prologue: From the Museum of Touch. In M. Kwint, C. Breward, J. Aynsley (eds.). Material Memories: Design and Evocation, pp. 17-37. Oxford: Berg.

##submission.downloads##

Pubblicato

2020-12-30

Come citare

[1]
B. Ansaldi, «Misurare l’incommensurabile. Comunicare lo spazio prospettico dipinto a chi non può vedere», diségno, n. 7, pagg. 177–188, dic. 2020.

Fascicolo

Sezione

Per comunicare la complessità delle immagini