Disegno e misura per definire una ragione tra pensiero e progetto

Autori

  • Riccardo Florio Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.7.2020.13

Abstract

Trattare il rapporto genetico tra Disegno e misura, senza voler impegnare i riferimenti, seppure ricchi di significazione, che ci riportano a Fidia e Policleto e alla loro predilezione per la regola matematica e l’ordine geometrico come base necessaria per ogni espressione artistica, o allo stesso Platone e alla sua palesata impossibilità di separare dalle arti la dottrina dei numeri, della misura e dell’equilibrio, fino alla concezione di sant’Agostino che riprende la massima salomonica “Ordo, pondo et mensura” nella sua concezione di Dio origine del bello che contiene in sé numero, misura e armonia [Ungers 1994, pp. 307-318], e a tutti gli sviluppi che sono stati originati da questi presupposti inerenti le teorie armonico-proporzionali, vuol dire indagare una sottile condizione di equilibrio, un orizzonte che muove verso i territori della conoscenza e esplica i principi che ambiscono a permutare il disegno nella dimensione della doppia prefigurazione restitutiva e progettuale (continua a leggere).

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Pubblicato

2020-12-30

Come citare

[1]
R. Florio, «Disegno e misura per definire una ragione tra pensiero e progetto», diségno, n. 7, pagg. 121–128, dic. 2020.

Fascicolo

Sezione

Per definire una ragione tra pensiero e progetto