L’albero del diségno

Autori

  • Paolo Belardi Università degli Studi di Perugia

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.6.2020.04

Abstract

«Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno d’un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di tempo e d’una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. “Ho bisogno di altri cinque anni” disse Chuang-Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei dieci anni, Chuang-Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto.» [Calvino 1988, p. 53] Inizialmente, quando insieme ai membri del Comitato organizzatore abbiamo concepito il programma degli eventi collaterali al 41° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione/Congresso della Unione Italiana per il Disegno, ospitato nel 2019 dall’Università degli Studi di Perugia e dedicato al rapporto biunivoco instaurato tra arte e disegno, avevamo pensato di di organizzare una mostra di scultura. E, in particolare, avevamo immaginato di esporre en plein air, nei giardini dell’Università, le repliche, realizzate con la stampante 3D e caratterizzate da finiture cromatiche provocatorie, di tre celebri sculture contemporanee quali Dibuixar l’Espai di Pepe Diaz Azorin, The Man Who Measures the Clouds di Jan Fabre e Study of Perspective di Ai Weiwei. (continua a leggere)

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Pubblicato

2020-06-30

Come citare

[1]
P. Belardi, «L’albero del diségno», diségno, n. 6, pagg. 21–22, giu. 2020.