La rappresentazione della scala nella trattatistica italiana dal XVI al XVIII secolo
DOI:
https://doi.org/10.26375/disegno.3.2018.17Parole chiave:
scala, trattatistica, metodi geometrici di rappresentazione, tecniche grafiche, modellazioneAbstract
La rappresentazione della scala si inquadra nel più generale tema del disegno di architettura. Sin dall’antichità il progetto della scala è stato degno di attenzione, sia per l’utile funzione nel superare dislivelli, sia per la non immediata visualizzazione mentale per articolate soluzioni spaziali; di conseguenza, altrettanto faticosa è apparsa la sua rappresentazione grafica. Pertanto, in ragione di ciò, si è trovato interessante esaminare questo tema ricercandolo all’interno della trattatistica italiana che, dal XVI al XVIII secolo, sia in forma letterale che grafica, ha accolto e manifestato il dibattito sul progetto delle scale.
Il suddetto tema è stato svolto tramite la disamina delle fonti contenute nei trattati di Serlio, Palladio, Vignola (commentato da Danti), Scamozzi, Guarini e Vittone. Operando per analogie e differenze, le modalità di descrizione della scala sono state evidenziate e gli esiti collocati nei contesti storico-scientifici di riferimento in relazione alla codificazione geometrica dei metodi di rappresentazione. Fermo restante il comune uso del disegno come tramite concettuale di sintesi visiva finalizzato alla creatività, alla conoscenza e alla comunicazione, la lettura delle fonti ha avvalorato, da parte dei trattatisti, l’esistenza di una scelta critica dei più adeguati metodi geometrici di rappresentazione (seppure non ancora scientificamente codificati) o delle deroghe agli stessi per meglio descrivere le qualità spaziali di un complesso elemento architettonico come la scala.
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