Il disegno degli oggetti ad alta funzione estetica. Le sculture da viaggio di Bruno Munari, un lessico inquieto
DOI:
https://doi.org/10.26375/disegno.16.2025.19Parole chiave:
sculture da viaggio, rilievo, disegno, design, MunariAbstract
Il presente contributo descrivere il lavoro di ricerca per catalogare e studiare quel sistema di oggetti, multipli e prodotti in serie, a cui Munari attribuisce il nome di Sculture da viaggio che a partire dal 1958 realizza in una costante e instancabile ricerca di equilibrio tra forma e significato, tra utilità e funzione estetica, tra arte e design.
Nella lettura tassonomica della produzione del maestro e soprattutto attraverso le operazioni di decodifica operata dal disegno, le sculture appaiono oggetti che rivoluzionano il modo di guardare alle cose: fondati sulla “compresenza delle varianti”, ciò che si osserva non è una sola immagine soggettiva e definitiva, ma una moltitudine di immagini in continua variazione; non una forma unica ma una serie di forme in movimento.
Attraverso le operazioni di interpretazione delle circa 40 sculture, rintracciate attraverso la ricerca nella letteratura multi-fonte, che ne mostra il forte impatto storico critico, esse sono state ridisegnate e decodificate attraverso un vero e proprio rilievo operato sulle immagini raccolte e catalogate secondo criteri cronologici, riferiti al materiale, alle dimensioni, ecc.
Come si vedrà il disegno degli artefatti si lascia attraversare dalle molteplici dinamiche di osservazione e d’uso, dalla relazione con lo spazio, dalla azione di apertura e chiusura, dalla discontinuità della materia, dalla luce e dalle ombre, dal movimento e dalla quiete, restituendo un particolare linguaggio mai monotono, a volte ambiguo e discordante, variegato, che nel segno grafico cerca il suo stato di quiete.
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