Da tre a due a tre dimensioni: esercizi per la conoscenza dell’architettura

Autori

  • Paola Raffa Dipartimento di Architettura e Territorio, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.14.2024.20

Parole chiave:

modello fisico, simulazione, figurazione, osservazione, architettura

Abstract

La ricerca della qualità spaziale e formale dell’architettura trova ancora nel modello fisico il suo miglior referente. Riprodurre la consistenza materica dell’architettura costruita comunica l’idea di forma e di volume che si presenta nello spazio reale. I modelli, nella costruzione di sequenze di immagini, che riproducono edifici esistenti o di progetto, assolvono il compito di strumenti per la conoscenza. Le regole sottese dell’architettura si materializzano, si scompongono e si ricompongono in quel processo dialettico in cui il pensiero prende forma e diventa spazio. Rappresentare un’architettura per parti separate, che selettivamente ne descrivono le caratteristiche, ridurle a frammenti di unità compositive, per poi riassemblarle nella loro configurazione, diventa un esercizio cognitivo utile alla investigazione dell’architettura. Strumento di studio, investigazione e interpretazione, il modello rappresenta una figura intermedia tra l’immaginario e la realtà. Nella forma dell’ideazione è anticipazione di organizzazioni spaziali; nella forma della rappresentazione dell’esistente diventa un processo di controllo e analisi.

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Pubblicato

2024-06-30

Come citare

[1]
P. Raffa, «Da tre a due a tre dimensioni: esercizi per la conoscenza dell’architettura», diségno, n. 14, pagg. 217–226, giu. 2024.

Fascicolo

Sezione

Modelli come disegni