Interpretazione delle mura urbane: Venezia e Parma dall’alto
DOI:
https://doi.org/10.26375/disegno.12.2023.7Parole chiave:
iconografia prospettica, immagine, città, mura, porte urbaneAbstract
Rappresentare la forma della città significa fissare la consistenza fisica di una realtà riferita ad un determinato tempo, tramite percorsi di conoscenza di autori che nel corso dei secoli hanno cercato di ricostruire la forma complessa della città, rappresentandola dall’alto, simulando un punto di osservazione senz’altro privilegiato e, per molti secoli, del tutto ideale. Venezia e Parma vengono selezionate per raccontare la storia dell’immagine urbana attraverso autori che hanno registrato graficamente dall’alto, tra gli altri elementi, i limiti di confine tra natura e artificio. Il racconto parallelo e compartivo si articola attraverso la lettura delle piante prospettiche di Jacopo de’ Barbari per Venezia (1500) e di Paolo Ponzoni per Parma (1572). Viene infatti adottata, in questo periodo, una rappresentazione iconografica urbana particolare, la “prospettiva planimetrica”, ricavata da una planimetria eseguita a seguito di un rilievo geometrico, in modo che il perimetro delle mura e la trama viaria apparissero in tutta la loro completezza; gli edifici sono invece raffigurati con la prospettiva, descritta da un punto di vista situato ad altezza variabile sopra l’orizzonte. La crescente attenzione dei cartografi e dei disegnatori nei confronti della città si collega al nuovo tipo di organizzazione statale che considera la città come un’entità funzionale racchiusa all’interno delle mura, la cui vista dall’alto consente di comprenderne la consistenza e le peculiarità.
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