Riflessioni sulla cartografia storica nell’era del digitale

Autori

  • Lia Maria Papa Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale. Università degli Studi di Napoli “Federico II"

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.5.2019.11

Parole chiave:

iconico/simbolico, cultura cartografica, trasformazioni

Abstract

La cartografia storica spesso corrobora le ricerche condotte in molti campi del progetto, ma non solo; essa fornisce un bagaglio di informazioni preziose per ricostruire, in ottica sempre più spesso interdisciplinare, le trasformazioni di porzioni di territorio o di contesti urbani che hanno subito mutazioni anche profonde, sia ad opera dell’uomo che di eventi naturali.
Pur in maniera talvolta non adeguatamente valorizzata, la mappa, proprio in virtù dell’interazione segnica, è in grado di creare e trasmettere significazioni che dipendono dal contesto storico e sociale in cui essa è stata prodotta, e dall’interprete, ovvero dall’utilizzo che questi intende fare dell’elaborato cartografico, al di là dello scopo per il quale lo stesso è stato realizzato.
L’attenzione viene in particolare focalizzata sulla cartografia dell’Ottocento, secolo nel quale si è avuta una accelerazione scientifica, tecnica e organizzativa che ha contrassegnato anche il campo cartografico ed ha prodotto una serie di figure di riferimento culturale e formativo in tale ambito.

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Pubblicato

2019-12-03

Come citare

[1]
L. M. Papa, «Riflessioni sulla cartografia storica nell’era del digitale», diségno, vol. 1, n. 5, pagg. 91–102, dic. 2019.