La basilica di San Pietro: rilievi come modelli di conoscenza (XVII e XVIII secolo)

Autori

  • Aldo De Sanctis Università della Calabria
  • Antonio Lio
  • Nicola Totaro Università della Calabria
  • Antonio A. Zappani Università della Calabria

DOI:

https://doi.org/10.26375/disegno.3.2018.19

Parole chiave:

rilievo, immagini di restituzione, modelli di conoscenza

Abstract

La basilica di San Pietro ha attirato vedutisti e rilevatori sin dalle prime fasi di cantiere, ma sono il suo completamento e l’inizio delle «sinistre, e varie voci» sulla solidità della cupola a promuovere nei rilievi inedite attitudini, sia per conoscere la meraviglia delle sue forme che per verificare la stabilità delle sue strutture. Rilievi diversi che si vengono elaborando per oltre un secolo: dal 1620, quando Martino Ferrabosco pubblica i suoi elaborati sulla basilica, al 1743, quando Giovanni Poleni e Luigi Vanvitelli realizzano i loro rilievi per l’analisi sul comportamento statico e per il restauro della cupola vaticana.

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Pubblicato

2018-12-20

Come citare

[1]
A. . De Sanctis, A. Lio, N. Totaro, e A. A. . Zappani, «La basilica di San Pietro: rilievi come modelli di conoscenza (XVII e XVIII secolo)», diségno, vol. 1, n. 3, pagg. 203–212, dic. 2018.